La "Capra Napoletana" è una razza autoctona, la cui popolazione - classificata dalla FAO nella categoria delle razze "in pericolo" - ha subito nel corso degli anni una forte erosione genetica in seguito all'introduzione negli allevamenti di becchi e capre di razze selezionate (Saanen, Maltese, Camosciata, etc.). Gli allevamenti che contano capi di razza Napoletana non sono molti, ma sono anche quelli nei quali la presenza della razza in questione assume maggior consistenza e nei quali si riscontra il più elevato grado di purezza. Attualmente è inserita nell’elenco delle razze minacciate in pericolo di estinzione (MiPAF ottobre 2007).
Importanti iniziative di tutela, salvaguardia, recupero e valorizzazione della razza "Capra Napoletana" sono sostenute dall'associazione R.A.R.E. (Razze Autoctone a Rischio Estinzione) con l'obiettivo di realizzare una sinergia "razza-prodotto tipico di nicchia-qualità-ambiente-territorio" e altre attività capaci di sviluppare forme di economia eco-compatibile nell’ambito di sistemi locali di produzione.
Di taglia media, la testa è piccola, con corna di tipo alpino e tettole. Le orecchie sono pendenti, prive di barbetta; per quello che riguarda il tronco il torace e l’addome sono ben sviluppati. Il vello è nero, con limitate zone rosso-chiaro, oppure rosso scuro con zone più chiare; il pelo è corto. Altezza media al garrese: maschi adulti cm.80, femmine adulte cm.72. Peso medio: maschi ad. Kg 60-65, femmine ad. Kg.50-55. Caratteri produttivi: la produzioni medie di latte nelle primipare è di 350 lt., nelle pluripare è di 450 lt. Caratteri riproduttivi: la fertilità media è del 90%, mentre la prolificità è pari circa a 130%, valore relativamente basso (considerando come media un valore superiore al 180%).
Nel 1916 Scarpiniti la menziona nel trattato "Il problema zootecnico per la provincia di Napoli", lodandone le qualità eccellenti del latte, note e apprezzate perfino dagli inglesi, al punto che capi selezionati sono stati a suo tempo introdotti in Australia. Presente da tempi molto lontani nelle zone situate alle pendici del Vesuvio e sul versante napoletano dei Monti Lattari, appartiene al vasto gruppo della razza caprina alpina. Deriva da incroci tra diverse razze, presentando spiccati caratteri del tipo maltese mescolati a quelli di razze presenti nell'avellinese e sui monti dell'alta Campania e del salernitano.
Neapolitan Goat
The Neapolitan Goat is an autochthonous race which during the years has suffered from a strong genetic erosion caused by the introduction of specifically selected goat’s races (Saanen, Maltese, Camosciata, etc.). For this reason this species is considered at risk of extinction from FAO and MiPAF.
The R.A.R.E. association (Razze Autoctone a Rischio Estinzione) is engaged in the safeguard and protection of this particular species and it is promoting a series of initiatives about it.
The Neapolitan goat is of medium size, small head, with two horns, udders. It has dangling ears and no beard. The fleece is black, with limited light red areas, or dark red with lighter areas. The hair is short. The average height for males is 80 cm, with a weight of 60-65 kg. Females instead can reach 72 cm of height and 50-55 kg of weight.
In 1916 Scarpiniti writes about the Neapolitan goat in its treatise “Il problema zootecnico per la provincial di Napoli” (The zootechnical problem for the Province of Naples), highlighting the excellent quality of the milk which was so appreciated from English that some heads were selected to be imported in Australia. This species is present since a long time in the area of the Vesuvio and in the Neapolitan slope of the Monti Lattari.