Un disegno che raffigura il Delichon urbica
Balestruccio
Delichon urbica
Specie:  D. urbicum
Classe:  Aves
Ordine:  Passeriformes
Famiglia:  Hirundinidae

Il balestruccio (Delichon urbicum) è una specie di uccelli della famiglia delle rondini (Hirundinidae).

La specie frequenta ambienti molto vari, vive generalmente nei territori coltivati (campagne), in pratica non si allontana mai dalle abitazioni umane. In provincia di Salerno è presente in aree come l'Area marina protetta di Punta Campanella, presso il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

In Italia questa specie arriva in marzo e all'inizio di aprile, più presto al sud, per ripartire in ottobre: è quindi estiva e nidificante.

Il balestruccio è stato l'uccello dell'anno 1974.

Il balestruccio è lungo fino a 14 cm, comunemente definito rondine, se ne differenzia per l'ampia fascia bianca sul groppone, altrimenti blu metallico nella rondine, la gola bianca invece che è scura e la coda corta è meno forcuta.

Il richiamo è "tsrr" o, nei casi di pericolo, un acuto "siir", il canto è un cinguettio soffuso, simile a un chiacchiericcio o una nenia, non così mutevole come quello della rondine.

Il suo nutrimento consiste di piccoli insetti volanti, che vengono catturati negli spazi aperti specialmente con grandiose virate in volo. In questo gli animali si orientano verso l'offerta di prede locali e condizionate dal tempo atmosferico. Se si caccia insieme alle rondini allora saranno nello spazio aereo al di sopra.

Più gregario della rondine ed essendo abituato a vivere ed a migrare in branco, nidifica in colonie molto numerose. Gli uccelli costruiscono il loro nido sotto grondaie, sotto i cornicioni delle case, tettoie, entrate delle porte, raramente anche sotto rupi od anfratti rocciosi, ponti in cemento armato o affini nell'ambito degli insediamenti umani. Consiste di palline di materiale colloso che vengono incollati con la saliva, ovattati all'interno con fieno e piume ed ha una forma di mezza sfera chiusa con un buco di accesso superiore o laterale per l'accesso.

Ha volo più alto e volteggiante, meno impetuoso di quello della Rondine. Il Balestruccio non si posa mai sui rami, ma solo su cornicioni, fili e rupi. Scende anche a terra per beccare insetti, che insegue con tenacia a volo anche sopra l'acqua.

Spesso i nidi del balestruccio vengono distrutti perché la specie viene ritenuta di cattivo augurio o semplicemente perché disturba con i suoi cinguettii in particolare quando i genitori alimentano i piccoli. I nidi sono protetti per legge come anche ne è vietata la cattura e l'abbattimento.

The common house martin (Delichon urbicum) is a migratory passerine bird of the swallow family. This species is found in various landscapes, but exists especially in cultivated fields and does not distance much from urban areas. In the region area of Salerno is present in areas like the Punta Campanella Marine Reserve, near the Cilento e Vallo di Diano National Park. In Italy, this species appears earlier in the South, in late March or in the beginning of April, to leave again in October. Both the scientific and colloquial name of the bird are related to its use of human-made structures to build its closed cup nest from mud.

Its principal characteristics are the steel-blue color on top with a white rump, and white underparts, including the underwings, as so as the black eyes and the small black bill.It feeds on insects which are caught in flight, and migrates to climates where flying insects are plentiful.

This species lacks the wealth of literary references associated with its relative, the barn swallow, although it is mentioned and described in William Shakespeare’s play, Macbeth.

Il nido dei balestrucci Balestruccio Delichon urbica in un disegno Delichon urbica in volo Delichon urbica
Dove si trova: 
Area marina protetta Punta Campanella, Parco regionale dei Monti Lattari, Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano
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Bibliografia: 
Mario Spagnesi, Lorenzo Serra - Uccelli d'Italia - Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, Direzione conservazione della natura, 2003
Collegamenti Esterni: 
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