Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano istituito nel 1991 (legge 394 del 6.12.91), si estende dalla costa tirrenica fino ai piedi dell'appennino campano - lucano, comprendendo le cime degli Alburni, del Cervati e del Gelbison, e i contrafforti costieri del M. Bulgheria e del M. Stella. Il territorio è vasto ed eterogeneo con la presenza di ambienti unici e molti ancora inalterati che si alternano ad aree urbanizzate. Infatti si passa dal comune più piccolo come Serramezzana con poco più di 300 abitanti a Capaccio con una popolazione che supera i 21.000 abitanti. Così come si possono raggiungere luoghi con vette superiori ai 1890 metri sul livello del mare.
Il Comitato Consultivo sulle Riserve della Biosfera del Programma MAB (Man and Biosphere) dell'UNESCO, nella riunione tenutasi a Parigi tra il 9 ed il 10 giugno del 1997, ha inserito all'unanimità nella prestigiosa rete delle Riserve della Biosfera anche il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
E recentemente è stato riconosciuto anche come Geoparco: nel corso della 9^ Conferenza europea dei Geoparchi che si è svolta nell'isola di Lesvos, in Grecia dal 1 al 5 Ottobre 2010, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano entra quindi a far parte della rete europea e mondiale dei Geoparchi.
La «Dieta mediterranea», nata a Pioppi frazione di Pollica - qui visse per 28 anni Ancel Keys, il famoso nutrizionista e studiò gli effetti positivi del mangiare mediterraneo - è diventata patrimonio culturale dell’Umanità a novembre 2010. La proclamazione è avvenuta a Nairobi in Kenia, dove si è riunito il comitato intergovernativo dell’Unesco. L’organo delle Nazioni unite ha approvato all’unanimità la candidatura presentata nel maggio del 2009 grazie anche all'impegno di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso in un agguato il 5 settembre 2010. Il ministro per le Politiche agricole Galan ha dedicato il prestigioso riconoscimento dell’Unesco “A Vassallo, un uomo simbolo del Cilento”.
I Comuni che fanno parte del Parco sono 80: Agropoli, Aquara, Ascea, Auletta, Bellosguardo, Buonabitacolo, Camerota, Campora, Cannalonga, Capaccio, Casal Velino, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Castel San Lorenzo, Castelcivita, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Controne, Corleto Monforte, Cuccaro Vetere, Felitto, Futani, Gioi, Giungano, Laureana Cilento, Laurino, Laurito, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Monte San Giacomo, Montecorice, Monteforte Cilento, Montesano Marcellana, Morigerati, Novi Velia, Omignano, Orria, Ottati, Perdifumo, Perito, Petina, Piaggine, Pisciotta, Polla, Pollica, Postiglione, Roccadaspide, Roccagloriosa, Rofrano, Roscigno, Sacco, Salento, San Giovanni a Piro, San Marina, San Mauro Cilento, San Mauro La Bruca, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant'Angelo a Fasanella, Sant'Arsenio, Sanza, Sassano, Serramezzana, Sessa Cilento, Sicignano degli Alburni, Stella Cilento, Stio, Teggiano, Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Valle dell'Angelo, Vallo della Lucania.
Il logo del Parco è la Primula di Palinuro presente in ampie aree del Cilento.
La fauna
La fauna del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è assai diversificata in virtù dell'ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. Aree costiere e montane, fiumi impetuosi e ruscelli, rupi e foreste, determinano altrettante comunità faunistiche dove spesso emerge la presenza di specie di alto valore naturalistico. Sulle vette, sulle praterie di altitudine e sulle rupi montane sono frequenti l'Aquila reale (Aquila chrysaetos) e le sue prede d'elezione: la Coturnice (Alectoris graeca) e la Lepre italica (Lepus corsicanus). La presenza di queste due ultime specie è biologicamente importante in quanto rappresentano popolazioni autoctone appenniniche, oramai estinte in buona parte del territorio. L'aquila divide questo ambiente con altri rapaci come il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Lanario (Falco biarmicus), il Corvo imperiale (Corvus corax) ed il Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax).
Tra i pascoli è facile osservare l'arvicola del Savi (Microtus savii), un piccolo roditore erbivoro predato dalla Volpe (Vulpes vulpes), dalla Martora (Martes martes) o anche dal Lupo (Canis lupus) specie quest'ultima la cui popolazione sembra essere in leggera crescita. Tra gli stessi prati, regno di numerose specie di farfalle, vivono la Lucertola muraiola (Podarcis muralis) e la Luscengola (Chalcides chalcides) peculiare per la sua somiglianza ad un piccolo serpente ma dal quale differisce per la presenza di piccoli arti.
Tra la ricca avifauna delle foreste di faggio le specie più tipiche sono il Picchio nero (Dryocopus martius), il Picchio muratore (Sitta europaea) e il Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), mentre di grande interesse è la presenza dell'Astore (Accipiter gentilis) uccello rapace la cui distribuzione è in declino.
Sugli alti alberi vivono anche mammiferi come il Ghiro (Myoxus glis) o Quercino (Eliomys quercinus), mentre altri piccoli roditori frequentano tane scavate tra le radici, come nel caso dell'Arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), o tra le piccole radure che si aprono nella foresta, come il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e il Topo dal collo giallo (Apodemus flavicolis). Questi piccoli roditori sono tra le prede preferite del Gatto selvatico (Felis silvestris), la cui presenza rappresenta un'altra emergenza naturalistica di grande interesse. Sulla corteccia degli alberi vive inoltre un raro insetto: il coleottero Rosalia alpina, specie di importanza europea.
Molto ricca è anche la fauna dei corsi d'acqua dove senza dubbio domina la popolazione di lontre (Lutra lutra) forse più ricca d'Italia. Nelle aree più prossime alle sorgenti, dove l'acqua è più fredda, più costante ed i folti boschi ripariali forniscono abbondante ombra, vivono la rara Salamandra dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), endemismo italiano di grande interesse naturalistico, e la più comune Salamandra (Salamandra salamandra).
Nei siti con acque più limpide e ricche di ossigeno abbondano la Trota (Salmo macrostigma) ed il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), lungo le sponde sono frequenti piccoli trampolieri limicoli come il Corriere piccolo (Charadrius dubius) mentre nelle piccole pozze la Rana italica, la Rana dalmatina, l'Ululone dal ventre giallo (Bombina pachypu) e il Rospo (Bufo bufo); tra le gole rocciose il raro Biancone (Circaetus gallicus) rapace di grandi dimensioni che si nutre prevalentemente dei rettili che frequentano il Parco. Tra questi ultimi la Lucertola campestre (Podarcis sicula), il Ramarro (Lacerta viridis), il Cervone (Elaphe quatuorlineata) il Biacco (Coluber viridiflavus), la Vipera (Vipera aspis) e la Natrice (Natrix natrix).
La flora
Il popolamento floristico del Parco è probabilmente costituito da circa 1800 specie diverse di piante autoctone spontanee. Tra di esse circa il 10% rivestono una notevole importanza fitogeografica essendo Endemiche e/o rare. La più nota di queste specie, e forse anche la più importante, è la Primula di Palinuro (Primula palinuri), simbolo del Parco, specie paleoendemica a diffusione estremamente localizzata. Nel territorio del Parco, per la sua posizione baricentrica nel Bacino del del Mediterraneo, sono presenti entità tipicamente meridionali di ambienti aridi al loro limite superiore di espansione insieme a specie, a distribuzione prettamente settentrionale, che qui raggiungono il limite meridionale del loro areale analogamente a quelle ad areale tipicamente orientale od occidentale.
Nel corso della dinamica evolutiva del territorio le piante hanno occupato tutte le nicchie ecologiche disponibili, comprese quelle via via create dall'Uomo,arricchendo il già ampio mosaico della biodiversità. Esse si sono, lentamente e gradualmente, evolute ed associate in comunità di piante altamente specializzate ed in equilibrio con l'Ambiente costituendo l'attuale paesaggio vegetale del Cilento. Sulle spiagge, tra le comunità delle sabbie, è ancora presente il sempre più raro Giglio di mare (Pancratium maritimum); sulle scogliere a diretto contatto con gli spruzzi del mare vivono fitocenosi ad alofite estremamente specializzate e dominate dalla endemica Statice salernitana (Limonium remotispiculum) mentre sulle frequenti falesie costiere gli aggruppamenti rupicoli mediterranei sono costellati di preziosi endemiti come la Primula di Palinuro, il Garofano delle rupi (Dianthus rupicola) la Centaurea (Centaurea cineraria), l'Iberide florida (Iberis semperflorens), la Campanula napoletana (Campanula fragilis), ed altre ancora che caratterizzano, con le loro fioriture, un paesaggio costiero di rara bellezza. Nella fascia mediterraneo-arida, regno della multiforme e policroma macchia mediterranea, qui arricchita, in due sole località costiere, dalla Ginestra del Cilento (Genista cilentina) specie individuata soltanto nel 1993, da Carrubo (Ceratonia siliqua), Ginepro rosso o fenicio (Juniperus phoenicea), lembi di leccete, boschetti a Pino d'Aleppo (Pinus halepensis). Nell'area costiera, in particolare, il tessuto dei boschi sempreverdi e della macchia mediterranea è permeato dagli uliveti, giardini quasi naturali che si confondono e si integrano nella calda natura delle coste cilentane. Alle quote superiori e nell'interno le Querce, a volte annose e solitarie a guardia degli antichi coltivi, ora in formazioni compatte insieme ad Aceri, Tigli, Olmi, Frassini e Castagni.
E più su i maestosi Faggeti che coprono e proteggono i monti; qui, ove si percepiscono i profumi della montagna, sovente si incontra il raro Acero del Lobel (Acer lobelii). Ancora più in alto, nel regno denso di silenzio delle alte rupi e delle vette dei Monti Alburni, del Cervati, del Motola, del Bulgheria vivono il rarissimo Crespino dell'Etna (Berberis aetnensis) Sassifraghe endemiche dell'Appennino centro-meridionale (come Saxifraga paniculata subsp. stabiana, Saxifraga ampullacea e la rara Saxifraga porophylla), l'Aubrieta columnae subsp. columnae, le Centauree di montagna ed altre rare specie. Ma anche la presenza di alcune piante più comuni, diffuse anche altrove, conosciute da tutti, riveste qui notevole importanza fitogeografica come i piccoli boschetti spontanei di Betulla (Betula pendula), l'Abete bianco (Abies alba) ed il Bosso (Buxus sempervirens) ed Platanus orientalis autoctono dei dintorni di Velia.
The National Park of Cilento and Vallo di Diano was established in 1991, extending from Tyrrhenian coast to the foot of the Campania - Lucania, including peaks of the Alburni, Cervati and Gelbison, and spurs coastal of M. Bulgheria and Mount Stella. The territory is vast and varied with the presence of unique environments and many of which still remain unaffected with urbanized areas. In fact it goes from smallest municipality like Serramezzana with just over 300 inhabitants to Capaccio with a population of over 21,000 inhabitants. You can get to some peaks with a height of 1890 meters above sea level.
The Advisory Committee on Biosphere Reserves of the MAB Programme (Man and Biosphere) of UNESCO, at its meeting in Paris between 9 and 10 June 1997, unanimously included in the prestigious network of Biosphere Reserves the National Park of Cilento and Vallo di Diano.
It has recently been recognized as a Geopark: during the 9th European Geoparks Conference which was held in the island of Lesvos, Greece, from 1 to 5 October 2010, the National Park of Cilento and Vallo di Diano has become the European and worldwide network of Geoparks.
The logo of the park is the Primula di Palinuro presenting in wide areas of the Cilento.
The fauna
The fauna of the park is quite diversified thanks to the variety of environments in the area such as coastal and mountainous areas, rushing rivers and streams, cliffs and forests. On the summits you can observe golden eagles and their favourite preys: partridges and Italian hares. The eagles divide this environment with other birds of prey such as peregrine falcons, lanner falcons, ravens, and choughs.
Amongst pastures it is easy to observe Savi's pine voles, small rodents preyed upon by foxes, martens and wolves. On these meadows are wall lizards and Italian three-toed skinks. Amongst rich birdlife of beech forests are black woodpeckers, nuthatches, and bullfinches, especially the presence of northern goshawks, birds of prey whose distribution is declining.
On the trees also live mammals such as edible dormice, garden dormice, while other small rodents attending burrows between the roots, such as reddish voles, or amongst small clearings opening in the forest, such as wood mice and yellow-necked mice. These small rodents are amongst favourite preys of wildcats. On tree barks also lives a rare insect: Rosalia longicorn.
Also rich is aquatic fauna with domination of otters, which, perhaps richest in Italy. In areas closer to the springs, where the water is cooler, more consistent and dense riparian forests provide plenty of shade, live rare spectacled salamanders, and the most common salamanders, fire salamanders.
In places with clear waters and rich in oxygen abound trout and dippers; whereas along the banks are small waders such as the Little Ringed Plover; in small pools are the Italian stream frog, the Agile frog, the Apennine yellow-bellied toad, and the common toad; and amongst the rocky gorges are the rare short-toed snake eagle, a large type of raptor that feeds mainly on reptiles of the park. The reptiles are the wall lizard, the green lizard, the four-lined snake, the western whip snake, the viper, and the grass snake.
The flora
The flora population of the park is probably made up of about 1,800 different species of wild native plants. Amongst them about 10% are considerably important or rare. The best known of these species, and perhaps even the most important, is the Primnula di Palinuro, the symbol of the park, a species only found in this area.
On beaches, on the sand is the rare sea lily; on cliffs in direct contact with sea spray are the Salerno Statice; while coastal cliffs on the Mediterranean are studded with precious endemics such as Primula di Palinuro, the Dianthus rupicola, the silver dust, the Iberis semperflorens, and the Campanula fragilis. The arid Mediterranean zone is covered with the Genista cilentina, and the Phoenician juniper. In the coastal area, in particular, the fabric of evergreen forests and maquis is permeated by olive groves. At higher altitudes and inside the Querce are maples, lindens, elms, ashes, and chestnut trees.
And most of the majestic beech forests that cover and protect the mountains, often you come across the rare maple called Acer lobelii. Higher up, on high cliffs and peaks of the Alburni Mountains, Cervati, Motola, and Bulgheria live the very rare Barberry Etna (Berberis aetnensis), endemic saxifrages of south-central (as Saxifraga paniculata subsp. Stabiana, Saxifraga ampullacea and the rare Saxifraga porophylla), the Aubrieta columnae subsp. columnae, mountain Centauree and other rare species. Also are the presence of some of the most common plants such as spontaneous groves of the birch, the silver fir, and the boxwood.